Un esercizio di scrittura… con una marcia in più

Un esercizio di scrittura… con una marcia in più


Di solito non mi interessa provare degli esercizi di scrittura, perché per fortuna vengo benedetta dall’ispirazione in maniera costante e produco nuove idee più o meno a getto continuo. Il mio problema più arduo è piuttosto quello di trovare il tempo per scrivere, per cui sono diventata una cintura nera di time management: ve ne parlerò in un post futuro, per condividere con voi qualche dritta.

Non mi piacciono in particolar modo gli esercizi di scrittura fini a se stessi, perché trovo che sia uno spreco di tempo ricoprire pagine e pagine di diario, o lo schermo di un pc, con parole e concetti che non hanno molto senso e non fioriscono poi in storie vere e proprie, come racconti brevi da inviare a un concorso letterario o scene ben riuscite da cui sviluppare un nuovo romanzo.

Qualche esercizio di scrittura tuttavia può tornare utile se vi sentite davvero bloccati, e fatto come piace a me può dimostrarsi fruttuoso.

Proviamo a svilupparne uno insieme.

Una descrizione sensoriale del cioccolato

Partirò dal tema più abusato (e delizioso) di tutti: il cioccolato. In realtà vorrei avere a disposizione una barretta da descrivere per voi, ma dalle mie parti il cioccolato non resiste nemmeno il tempo di aprire la porta di casa e raggiungere la dispensa per riporre la spesa del giorno, quindi andrò un po’ a intuito.

Ipotizzo di avere davanti agli occhi la confezione di una tavoletta di cioccolato allo zenzero e limone (e, sappiatelo, già comincio a salivare per il desiderio. Mai sentito parlare di Legge di attrazione, e del fatto che il cervello non distingue la realtà dalla finzione? Magari vi parlerò anche di questo, in futuro).

Osservo con gli occhi della mente i colori della confezione, lo scuro ombroso del cioccolato e il giallo fresco del limone, e mi cresce nel petto un’onda di entusiasmo. Apro la confezione con fin troppa foga, strappando il cartoncino (ebbè, ormai le mie papille gustative sono in solluchero all’idea di ciò che stanno per gustarsi, anzi per non-gustarsi visto che, ripeto, si tratta solo della mia immaginazione), dopodiché scarto il rivestimento in alluminio ed eccola, la tanto agognata tavoletta, tra le mie dita.

Questo piccolo gioco mi diverte, per cui faccio le cose con calma. Tasto il cioccolato; la superficie è liscia, a parte le piccole asperità della decorazione impressa sul lato superiore, e un po’ fredda, ma i miei ipotetici polpastrelli sono soddisfatti di questa esperienza sensoriale. Mi decido a rompere la tavoletta e arrivare al dunque. Sento uno schiocco sonoro e piacevole, il suono del cioccolato che si spezza, e mi concedo un istante per annusare l’aroma sontuoso del cacao e quello allegro del limone, poi arriva il momento tanto atteso: assaggio il pezzetto di cioccolata e lascio che operi la sua magia di fuochi d’artificio del gusto (voi come siete messi? Io, a questo punto, ho l’acquolina in bocca).

Mi perdo per un istante nel sapore intenso e pastoso del cioccolato, ma vengo rapita quasi subito dalle note frizzanti e speziate dello zenzero, dopodiché mi ritengo soddisfatta mentalmente, e quasi anche fisicamente, per questa piccola prova di scrittura. La concludo qui, accartocciando con la fantasia l’ipotetico l’alluminio sull’altrettanto ipotetico resto della tavoletta di cioccolato e ripongo il tutto in un archivio mentale.

Ma è davvero finita qui?

No, perché adesso arriva il bello.

Quante idee per una storia possiamo tirare fuori da una tavoletta di cioccolato?

È giunto il momento di far fruttare questo esercizio. Non mi accontento di aver trascorso qualche minuto a esercitarmi con una mera descrizione, ma cerco di estrapolarne qualche spunto per creare un racconto o, perché, no, un romanzo.

Quante idee per una storia possiamo tirare fuori da una tavoletta di cioccolato?

Parecchie, direi.

Potremmo sviluppare un racconto in cui la protagonista è una signora anziana che, dopo aver sbagliato la dose di un medicinale, ha perso il senso del gusto. Mangiare una tavoletta di cioccolata che, secondo la pubblicità, dovrebbe essere un trionfo di sapori per lei non avrà alcun significato, e anzi la porterà a intristirsi e ricordare con malinconia un passato in cui di cioccolata ne aveva gustata davvero tanta, quando era giovane, bella e circondata da ammiratori che provavano a conquistare il suo cuore regalandogliene di tipi sempre diversi.

Oppure potremmo immaginare una spia inglese in un romanzo giallo ispirato alle opere di Agatha Christie, che assaggia del cioccolato offertogli da una persona di cui non si fida e, avvertendo un lieve sentore amarognolo, intuisce che è avvelenato. Per cavarsi da quel guaio compirà di proposito un gesto impacciato e farà cadere sia il cioccolato che una tazza di tè bollente in grembo alla donna che ha cercato di assassinarlo.

Ma possiamo creare decine e decine di altri personaggi che, interagendo con questa tavoletta, diventano i candidati ideali per interpretare gli eroi e le eroine delle nostre storie future: un’aliena che giunge sulla Terra, assaggia il cioccolato per la prima volta e pensa che sia il cibo più buono dell’universo; un uomo cresciuto nell’estrema povertà, che si rende conto che il giorno in cui una bambina ricca gli ha offerto un quadratino di cioccolato è stato il più bello della sua infanzia, nonostante lo zenzero gli abbia pizzicato la lingua e fatto quasi lacrimare gli occhi per il suo gusto pungente; un ragazzo che ha subito degli abusi e associato il gusto del cioccolato, che ora la fa vomitare al solo sentirne l’odore, al premio che il suo aguzzino gli regalava perché non aveva confessato a nessuno il proprio tormento.

Come al solito mi sono fatta prendere dalla scrittura, che per me è un piacere irresistibile, e mi sono dilungata fin troppo. Spero  comunque di essere riuscita a trasmettervi quello che era il mio intento: stimolarvi a compiere qualche esercizio di scrittura, quando vi sembra che la mente si sia chiusa a riccio e non sputi fuori nemmeno lo straccio di un’idea, ma farlo nel modo giusto, accumulando del materiale creativo che potrete sfruttare in futuro, per comporre le decine e decine di racconti e romanzi che aspettano solo che voi vi sentiate abbastanza in forma da sedervi su una sedia, posare le dita sulla tastiera e lasciar galoppare la fantasia.

Questo post vi è stato utile? Spero di sì.

Fatemelo sapere nei commenti!

A presto con nuovi post,

Chiara

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