Come creare dei personaggi credibili

Personaggi


Non amo particolarmente Tolstoj, ma devo riconoscere che una cosa la sapeva fare in modo eccellente: delineare personaggi vividi e reali in appena una manciata di parole. Faceva entrare in scena anche un semplice stalliere, non funzionale alla storia, e d’un tratto te lo vedevi scorrere davanti come se stesse respirando a un passo da te.

Il nostro obiettivo nella scrittura dev’essere questo: creare dei personaggi così credibili da essere in grado di superare l’ostacolo della pagina e diventare persone in carne e ossa agli occhi dei lettori.

Ci sono diversi modi per delineare i personaggi che diventeranno l’anima dei nostri scritti. Il peggiore, secondo me, è quello di partire da una sterile scheda descrittiva. Per la mia mente che ama fantasticare, immaginare, dar vita a idee bizzarre, non c’è niente di più asettico di una schematica paginetta di notes (o un documento word) da riempire inserendo dettagli più o meno futili come altezza, peso, colore di occhi e capelli. Visto che io ragiono al contrario (prima vengono fuori i personaggi, in maniera libera, poi delineo la scaletta della trama; di questo vi parlerò in futuro), quando incomincio un nuovo racconto/romanzo/saga non ho quasi mai ben delineato in mente un personaggio. Prima scrivo, poi mi rendo conto di com’è l’eroe o l’eroina della mia storia e tutti i personaggi che ne fanno da corollario.

In ogni caso, alla fine il prodotto della scrittura dev’essere buono, coerente e vivo. C’è un trucco per far sì che i nostri personaggi siano il più realistici possibile, ed è renderli prima di tutto veri nella vostra testa di scrittori. Per una volta dovete essere un po’ pazzi (nel senso buono della parola) e lasciare che i personaggi vi chiacchierino nella mente fino a stordirvi, facendo emergere con naturalezza la propria personalità.

Piccoli esercizi di scrittura per delineare al meglio i vostri personaggi

Poniamo che vogliate a tutti i costi scrivere una storia ambientata in Inghilterra nell’epoca Regency (quella di Jane Austen, per intenderci). Potete partire da un’immagine che vi ispira, un salotto in cui un gruppo di sorelle chiacchiera sorseggiando una tazza di tè. Pensate a chi desiderate incarni la vostra eroina, di cui volete scoprire ogni anfratto dell’anima. Vedetela in quella scena, a contatto con le proprie amiche più care. Com’è? Parla con fin troppa animazione, porta la tazza alle labbra senza curarsi di rispettare l’etichetta, a volte si lascia sfuggire una risatina sguaiata, e solo all’ultimo momento cede all’imbarazzo, magari messa a disagio da una occhiata di disapprovazione della sorella maggiore, e si trincera dietro un commento di circostanza sul tempo atmosferico/sul gorgheggio dei merli di primavera/sulla prossima fioritura delle rose? O invece è timida e riservata, non riesce a spicciare una sola parola, beve il tè con l’unica preoccupazione di non emettere rumori sgraditi e, quando vorrebbe mormorare almeno una frase su un argomento che le interessa, il cuore le prende il volo nel petto al solo pensiero di far sentire la propria voce?

Proseguiamo con questo piccolo esercizio: se, poniamo, il protagonista della vostra storia è un serial killer, dev’essere anche lui credibile, non può presentarsi ai lettori in maniera piatta. Vedetevelo nella testa mentre ripulisce il coltello dal sangue dopo aver massacrato la quinta vittima della sua orribile lista di omicidi (sappiatelo, mi tremano le dita per il raccapriccio solo a descrivere questa scena). Cosa prova? Magari questo delitto suscita in lui un senso di rivalsa, dopo che in gioventù ha rischiato la vita per colpa di un uomo che aveva tentato di abusare di lui, e per sfuggirgli era caduto in mezzo a una strada e, che so, era finito sotto una macchina risultando menomato per sempre (in questo caso vado a intuito, perché io non sono proprio portata per i racconti gialli o gli horror; evito di scriverne perché mi faccio paura da sola). Tutti i personaggi devono avere una motivazione, qualcosa dentro di loro che li rende veri come persone in carne e ossa. Anche i personaggi più spietati sono così per qualche motivo; non è necessario che lo descriviate nella storia, non a chiare lettere, almeno, ma dentro di voi lo dovete sapere.

Facciamo spaziare ancora un po’ la fantasia. Volete scrivere un racconto di fantascienza? E allora com’è la vostra protagonista? Se una creatura aliena, quante antenne ha sopra la testa? Cammina rasente il terreno, o a un passo dal cielo? Il suo corpo è adatto all’atmosfera in cui vive? Oppure per qualche motivo è troppo pesante, o troppo leggero? E’ dritto, curvo, flessuoso, tozzo? Trasparente, magari?

Descrivere i personaggi per scene

Chiedetevi queste cose. Anzi no: descrivetele. Abbiate ben presente nella testa una scena in cui il vostro personaggio si muove, interagisce con l’ambiente o con qualcun altro, e scrivetela subito. Se sarete fortunati, quella scena diventerà parte del vostro futuro racconto/romanzo/saga; se lo sarete un po’ meno, si tratterà di un piccolo esercizio di scrittura che risulterà comunque utile per entrare in confidenza con la storia che volete scrivere, e con la pagina bianca che avete ricoperto di parole perché, per qualche tempo, avete voluto narrare qualcosa attingendo direttamente al vostro cuore.

La scrittura di una storia complessa non si esaurisce con una sola scena, ovvio. Però, prendete il capitoletto appena scritto come l’inizio di qualcosa di grande (almeno per voi). Se i personaggi che avete appena iniziato a delineare vi appassionano, presto sentirete il desiderio di scoprire ogni sfumatura della loro personalità, di passare sempre più tempo in loro compagnia, di aprire in fretta il pc per cogliere l’ultimo dettaglio che vi è venuto in mente del loro carattere, un tic, un modo di parlare che li contraddistingue e volete descrivere subito. Da qui, la scrittura di un intero romanzo sarà un passo fin troppo semplice.

E voi, come delineate i vostri personaggi? È un processo semplice o faticoso?

Fatemelo sapere nei commenti!

A presto con un nuovo post,

Chiara

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